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Quanto ha promesso in campagna elettorale ha mantenuto. Fuori dagli accordi di Parigi sul clima, fuori dunque dalla teologia del global warming. Per la “gioia” di Angela Merkel, ma anche dei sacerdoti green di mezzo mondo, che sul global warming hanno costruito una carriera, hanno scritto dei libri e hanno introitato milioni di dollari.
Gli USA dicono no. O almeno lo dicono gli USA di Trump. Nonostante i diversi tentativi di dissuadere il mastino, il mastino ha deciso: questo accordo è una trappola per gli americani; li danneggia. Le sue parole sono piuttosto chiare:
A me interessa profondamente l’ambiente, ma questo accordo punisce gli Stati Uniti. Non permetteremo che altri Paesi ridano degli Stati Uniti… In sostanza l’accordo non elimina il lavoro nel carbone semplicemente lo trasferisce fuori dagli Usa. Il fatto che l’accordo di Parigi danneggia gli Stati Uniti e rinforza alcuni tra i Paesi più inquinanti dovrebbe cancellare ogni dubbio sul perché i lobbisti stranieri vorrebbero tenere il nostro bellissimo Paese legato e vincolato… ma non succederà mentre io sono presidente mi dispiace…
La Merkel è servita. Pensava seriamente che le sue ridicole minacce, il suo patriottismo europeo strumentale e germanocentrico, nonché il suo tentativo di screditare Trump per smarcarsi dagli USA, avrebbero fatto fare marcia indietro al Presidente americano, che però, tende pure una mano e lascia una porta aperta:
Usciamo dall’accordo di Parigi ma cominceremo a negoziare e vedremo se riusciremo a trovare un accordo equo. Se ci riusciamo bene, altrimenti pazienza
Il clima è un tema importante. Ma come dice lo scienziato Antonio Zichichi, che certo può ben parlare dell’argomento, bisogna distinguere tra clima e inquinamento, la cui correlazione è ben lungi dall’essere provata. Sul clima, il luminare è chiaro: difficilmente le attività umane possono incidere sulle variazioni climatiche. Diverso è il discorso sull’inquinamento. Se da una parte chi inquina deve essere punito “perché commette un delitto contro la buona salute di tutti gli abitanti della Terra“, dall’altra, è necessaria la massima attenzione e la collaborazione di tutti i paesi del mondo per combatterlo e abbatterlo. Insomma, dopo i dubbi del nobel e senatore Carlo Rubbia, ecco un altra opinione che dà spessore e validità alle ragioni di Trump, picconando paritempo la religione del global warming.