Destra e sinistra? Oggi la guerra è tra sovranisti e mondialisti

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Chi ancora è legato ai vecchi schemi politici, destra da una parte e sinistra dall’altra, vive in un mondo che ormai è al tramonto. Non esiste quasi più, perché non esiste più la ragione della loro connotazione. A destra come a sinistra, abbiamo i patrioti, quelli che rivendicano l’applicazione della Costituzione del 1948. Quelli che, in altri termini, auspicano il crollo dell’Unione Europea e considerano illegale ogni tentativo di cessione della sovranità a organismi esterni, privi di legittimazione democratica.

Costoro vengono appellati con disprezzo dal mainstream informativo e dalle classi elitarie (che altrettanto stanno a destra quanto a sinistra) come i “populisti” e i “sovranisti”, i quali – è l’accusa impietosa – nella loro “follia” di rivendicazione della sovranità, sarebbero colpevoli di creare tensioni nazionalistiche e di soffiare sul vento dei nuovi e vecchi fascismi. Quasi che rivendicare questa benedetta sovranità (sancita all’art. 1 della Costituzione – carta antifascista per antonomasia) sia davvero indizio di intolleranza e antidemocrazia e non già espressione di un principio di sovranità nazionale costituzionalmente affermatasi in un processo costituente.

Chiaramente quella delle élite è solo pura propaganda, basata sulla mistificazione e la falsità ideologica. La verità è che con questi attacchi, le oligarchie che negli anni, attraverso le sovrastrutture tecnocratichehanno vuotato le democrazie occidentali, oggi hanno una paura fottuta: vedono mancare il terreno sotto il loro piedi, vedono crollare i loro totem ideologici neoliberisti e vedono il loro progetto di demolizione degli Stati nazionali – i cui pilastri sono poggiati sulle costituzioni democratiche del ‘900 – messo seriamente in pericolo da una nuova presa di coscienza popolare che rivendica nuovamente il ruolo di protagonista.

Ebbene, quella coscienza popolare oggi è in guerra contro le èlite autoreferenziali, che si sono erse illegittimamente a tutrici del popolo, seppure contro gli interessi di quel popolo. E’ una guerra che non è fatta con armi convenzionali, con carri armati e baionette. E’ una guerra politico-economica che non potrà che avere un solo vincitore e quel vincitore non potrà che essere il popolo sovrano. Ma perché ciò accada è necessario, come afferma Paolo Becchi nel suo nuovo libro Italia Sovrana, che nasca una nuova élite, uguale e contraria: un’elitè che “dia voce a chi e stato socialmente marginalizzato dalla globalizzazione“. Perché – come prosegue Becchi – solo con un contropotere che possa contendere il dominio alle vecchie élite, sarà possibile che quel popolo socialmente marginalizzato dalla globalizzazione si riscatti in una nuova dimensione nazionale, dando nuova linfa ai processi democratici.

Parlare dunque di destra e sinistra oggi, non è sbagliato. E’ semplicemente inutile. Oggi, il terreno di scontro è legato non già al tentativo di imporre sic et sempliciter un’ideologia economica, ma al tentativo di imporre e consolidare il dominio di un potere “transnazionale, deterritorializzato e mondiale che controlla i mercati e la finanza globale” (Becchi) sulle nazioni sottostanti, e sulla ribellione di queste ultime al tentativo dei primi di annullare le differenze nazionali, le identità e i diritti sociali che promanano dalle costituzioni democratiche, onde piegare e disvalorizzare ogni singolo segmento della vita umana a un momento consumistico e lucrativo.

Ecco, è questa la ragione per la quale oggi la guerra è tra sovranisti e mondialisti, e non già tra destra e sinistra. Più semplicemente, esiste da una parte un gruppo di potere “mosso da una logica marittima” (Becchi) che vuole consolidare il proprio dominio (attenuando i processi democratici, sclerotizzandoli e vuotandoli della loro sostanzialità), e dall’altra chi respinge questo tentativo e rivendica, attraverso le istanze sovraniste e populiste, il diritto di non essere trasformato in un codice a barre da immolare alle logiche farlocche dello spread.

Per capire meglio il mio discorso, tuttavia, vi consiglio caldamente la lettura del libro di Paolo Becchi, Italia Sovrana (edito da Sperling & Kupfer). Un libro che vuole spiegare le ambizioni e i processi sovranisti, esponendo un’analisi sul perché oggi le èlite globaliste e mondialiste, le distruttrici della democrazia e delle Costituzioni, si possono combattere e battere solo costruendo una nuova élite popolare e sovranista che restituisca agli emarginati del globalismo il diritto di esistere e di contare come nazioni sovrane.

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