Gas russo: o la pace o il condizionatore acceso

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Ieri, Draghi ha detto che non ci sono alternative, a proposito del gas russo: o la pace o il condizionatore acceso. Se la UE decidesse per il ban del gas russo, l’Italia seguirebbe. Una considerazione che, onestamente, mi ha lasciato basito e affranto. Non volevo neanche crederci, perché anche un bambino sa che non esiste un rapporto di alternanza tra pace e condizionatore acceso. Ma vediamo perché…

La pace

La pace è un processo che si raggiunge solo in un modo: il dialogo. Non di certo, inviando armi a una delle parti, né con l’espulsione di diplomatici dell’altra parte, né con sanzioni che congelano riserve valutarie all’estero. La pace si cerca incessantemente, tenendo una posizione equidistante e con un occhio di riguardo per gli interessi nazionali, perché in una guerra prevale sempre la propaganda e la verità è una merce preziosa.

Noi invece abbiamo fatto l’esatto opposto. Anzi, ci siamo fatti notare per il nostro zelo nel recidere i buoni rapporti con la Russia.

Questa non è ricerca della pace, ma è altro. Ed è certissimo che nulla c’entra con il condizionatore. Anche se noi lo lasciassimo spento, senza dialogo, la pace non arriverebbe mai.

I condizionatori

Credere che il sì o il no al gas russo sia una scelta tra guerra e pace, è come credere che per risolvere la fame nel mondo basti acquistare un pacco di pasta per i bambini bisognosi. Allevierebbe forse la sofferenza di qualcuno, ma non risolverebbe il problema.

La verità è più complessa. Noi importiamo circa il 43% del gas dalla Russia, e di quel 43% la stragrande maggioranza del gas viene usato dalle industrie per produrre di tutto. Rinunciare al gas russo per perseguire un fumoso intento di pace (ma poi, quale sarebbe la correlazione?) non significherebbe rinunciare al fresco d’estate, significherebbe correre il rischio di vedere chiudere aziende. Significherebbe il rischio di una grave recessione. Significherebbe il rischio di impoverire la nostra economia, perché allo stato non esiste una realistica alternativa al gas (ma anche al petrolio) proveniente dalla Russia.

Unire pace e condizionatori è una forzatura e nulla c’entrano l’uno con l’altro. C’entra semmai la scarsa volontà dell’Europa e del nostro paese di ricercare la pace tra Russia e Ucraina. C’entra il disegno USA di recidere i rapporti energetici tra UE e Russia. C’entra la riaffermazione dell’egemonia americana sul continente europeo. E non per ultimo, c’entra la volontà dell’Europa di attuare le sue folli politiche green.

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