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Eh, già! Pochi in realtà lo sanno, ma questa sembra essere la verità. Naturalmente, esistono diversi articoli e documenti che ne parlano, e io qui mi limito semplicemente a fare un riassunto della complessa vicenda, anche perché tra retroscena, citazioni, documenti, vicende storiche, venirne a capo non è poi così semplice.
Dunque, la genesi dell’Unione Europea è frutto essenzialmente della politica americana in chiave antisovietica. E non solo: l’Unione Europea diventa l’occasione storica perché le élites capitalistiche (in prevalenza americane) possano creare un ambiente socio-economico nel quale poter dominare (incontrastate) l’Europa, instaurando un sistema di governo sovranazionale in cui le leggi del mercato – e dunque dei rapporti di forza – siano le vere leggi che governano i popoli, a loro svantaggio naturalmente (un’ottima sintesi la potete trovare qui, ai parr. 12 e ss.). Ma questo è – diciamo – il progetto di fondo, ultimo e definitivo, che sfrutta l’argomentazione ideologica antisovietica, e che trova la propria razionalità teorica nella dottrina hayekiana (sì, l’Europa è un costrutto hayekiano, in L. B. Caracciolo – Euro e (no?) democrazia costituzionale, cap. 2, parte 2, pagg. 96 e ss.) e nel susseguente neoliberismo come “teoria del tutto” (Mirowsky).
Vero è dunque che l’Unione Europea è nata su progetto e pressioni degli Stati Uniti e dei potentati che da sempre dominano e influenzano la politica americana. Chi lo dice? Beh, lo dicono ben sedici documenti, riesumati nel 2016 negli archivi nazionali degli USA.
La storia è questa dunque: il segretario di Stato di Eisenhower, John Foster Dulles, e la C..I.A. (Central Intelligence Agency), all’epoca diretta dal fratello Allen, sarebbero stati gli azionisti che concretamente avrebbero posto le fondamenta del progetto europeo (comunque già nella testa di molti intellettuali neoliberisti dell’epoca). Nel loro “progetto”, il ruolo chiave avrebbe dovuto svolgerlo la Gran Bretagna, la quale avrebbe dovuto farsi carico del progetto europeista in chiave antisovietica e dunque come elemento oppositivo nella cosiddetta “guerra fredda” USA-URSS. In quest’ottica, i servizi segreti americani avrebbero organizzato, tra gli anni ’50 e ’60, una campagna unionista e federalista, per porre le basi dell’Europa Unita.
Sembra roba complottista, ma come ho detto i documenti esistono ed è difficile immaginare che gli USA, in quei decenni impegnati in una guerra senza quartiere con l’Unione Sovietica, non abbiano davvero messo il loro zampone nel progetto europeista, stimolandolo e finanziandolo.
E infatti, da un memorandum del 26 luglio 1950 (firmato dal generale Donovan, capo dell’O.S.S., precursore della C.I.A.) emergono istruzioni finalizzate a promuovere una campagna per la creazione del Parlamento europeo. In questo contesto, il ruolo chiave lo avrebbe svolto l’A.C.U.E. (Il comitato americano per l’Europa unita), che avrebbe finanziato le iniziative federaliste e unioniste all’interno dei paesi del blocco occidentale.
Anche la moneta unica naturalmente rientra nel progetto. Una memo della sezione Europa del Dipartimento di Stato USA, datata 11 giugno 1965, consigliava infatti al vicepresidente della Comunità Europea dell’epoca di perseguire l’unione monetaria. E non è un caso che in Europa si iniziò a parlare seriamente di moneta unica alla fine degli anni ’60, ricordando peraltro che contestualmente alla fine del Gold Standard (avvenuto nel 1972), nacque il Fondo Europeo per la Cooperazione Monetaria, con il quale si introdusse il serpente monetario e poi, successivamente, lo S.M.E. con l’obiettivo di unificare l’Europa sotto un’unica valuta.
Insomma, ora abbiamo un ulteriore tassello nella nascita dell’Unione Europea. Seppure sia vero che c’è molto dei “sogni” federalisti neoliberisti degli anni ’20, ’30 e ’40 (fra tutti Paneuropa di Kalergi e il Manifesto di Ventotene), è altresì vero che un impulso determinante alla nascita dell’Unione Europea lo diedero gli americani, attraverso le loro istituzioni diplomatiche, i finanziamenti e i servizi segreti.