Governo al capolinea. Ecco gli scenari

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Per come la vedo io, l’idea che dopo il 26 maggio, davanti alla quasi certa crisi di Governo gialloverde, nasca l’ircocervo PD+M5S, e cioè un Governo che vede il PD dentro e la Lega fuori, fa onestamente paura. Eppure – ahinoi! – è una prospettiva assai concreta e assolutamente fattibile (v. più giù). E’ vero che Zingaretti ha detto no, ma è altrettanto vero che nella politica non esistono i “no” assoluti. Il no, in politica, dipende da tanti fattori. Pertanto la porta chiusa del segretario PD non è per niente confortante.

La verità è che il destino politico dell’alleanza gialloverde è, a oggi, del tutto incerto. Il Governo sopravviverà alle elezioni europee? Oppure si scioglierà come neve al sole? Diciamo che, per quanto mi riguarda, è difficile dare una risposta. Le incognite sono troppe, pur ritenendo, tuttavia, che siano essenzialmente tre le ipotesi sul campo, escludendo le elezioni politiche immediate. Vediamole.

Crisi minima e rientro immediato.In questo scenario, dovuto essenzialmente alla tenuta del M5S e a un mezzo flop della Lega (nel senso che non raggiunge le percentuali suggerite dai sondaggi, fermandosi sotto), è quasi certo che Salvini e Di Maio si limiteranno a fare un mezzo rimpasto (tenendo però Tria e Moavero) onde proseguire con il Governo del “cambiamento”, che poi altro non è che una riedizione corretta e aggiornata dei soliti governi europeisti ai quali siamo abituati da tempo. Il problema è che questo scenario rischia di portare i nostri a sbattere contro lo spread, contro una crisi bancaria pronta a esplodergli fra le mani, e contro una finanziaria “lacrime e sangue” che non si può evitare (almeno 30 miliardi da recuperare o attivando la clausola IVA oppure tagliando e privatizzando come se non ci fosse un domani). Le infauste prospettive, in assenza di coraggio e cultura costituzionale per fare misure antispread e i minibot, diventano oggettivamente scogli insormontabili. Pertanto, lo scenario appare il meno probabile, poiché nessuno dei due leader sarebbe in grado di reggere la tensione.

Crollo del Governo e Governo di centrodestra + grillini dissidenti. E’ il Governo “ottimale” se si intende far risalire il PD nei sondaggi e preparare un’autostrada a Draghi. Un Governo simile non sarebbe certo gradito in Europa, soprattutto con Salvini premier, e dunque la tensione con l’Eurocrazia salirebbe alle stelle. Senza contare lo spread, la crisi bancaria e poi la finanziaria lacrime e sangue, che il centrodestra allargato farebbe molto volentieri (sono tutti liberisti, del resto), suicidandosi e aprendo non porte, ma portoni a Mario Draghi. Il PD intanto risorgerebbe e schizzerebbe in alto nei sondaggi, mentre la Lega crollerebbe, con il M5S spettatore. Ma può anche essere che in questo scenario alla Lega interessino poco i consensi qualora riuscisse a portare a casa la tanto agognata autonomia differenziata. Del resto, seppure sia vero che tiene anche alla questione immigrazione, è altrettanto vero che non si può avere tutto dalla vita. Scenario possibile e altamente godibile per gli euristi.

Crollo del Governo e Governo M5S + PD. Ecco, questo sicuramente è lo scenario peggiore in assoluto, almeno nell’immediato. Crollato il Governo, un nuovo giro di consultazioni al Quirinale e il PD si assume l’onere di sostenere con il M5S un Governo di emergenza per fare la finanziaria, prima di eventuali elezioni anticipate (da celebrare in ogni caso, al più tardi, nel 2021, per far eleggere il nuovo Capo dello Stato al Parlamento rinnovato). Ora, qui esistono due possibilità: o l’Europa improvvisamente diventerà flessibile e lo spread rimarrà buono, mentre la crisi bancaria non si verificherà, oppure il PD, scegliendo questa opzione nonostante i consensi non esaltanti, deciderà di immolarsi davanti a un’Eurocrazia pronta a chiederci i primogeniti. Scenario questo possibile e probabile. Dipenderà tutto da Zingaretti e dalla sua voglia di rischiare (v. sopra). Certo è che potrebbe persino andargli bene. Meno a noi, se mai dovesse verificarsi questa ipotesi (tremo solo all’idea che possano approvare lo ius soli).

Naturalmente esistono altri scenari, altrettanto possibili e per nulla remoti. Per esempio, dopo la caduta del Governo, Mattarella decide di sciogliere le Camere. E’ un’ipotesi tutt’altro che improbabile, ma che mi sento di escludere per varie ragioni. Una su tutte: saremmo in campagna elettorale tutta l’estate, con la crisi bancaria che preme, lo spread che sale e una finanziaria terribile da fare. Mi sembra davvero inverosimile che il Presidente della Repubblica decida in tal senso. E le dichiarazioni di chi vuole il voto nel caso cada il Governo, sembrano più dettate dai tatticismi che dalla reale volontà di andare al voto subito. Peraltro chi si dovrebbe assumere gli oneri di Governo nei mesi di campagna elettorale e fino all’insediamento del nuovo?

Un’altro scenario che potrebbe altamente verificarsi, è quello che vede la nascita di un Governo tecnico o del presidente, sostenuto da un ampio consenso parlamentare, come accadde nel 2012 con il Governo Monti (che ci regalò il pareggio di bilancio). Lo scopo – manco a dirlo – è quello di mettere a posto i conti pubblici e fare la finanziaria che piace tanto all’Europa, magari privatizzando e tagliuzzando qua e là il welfare che “non ci possiamo permettere perché non ci sono i soldi” (cit.). E’ sicuramente la scelta “migliore” per chi non vuole assumersi la responsabilità politica di portare avanti le istanze patriottiche e sovrane davanti al moloch europeista. Diciamo che per come conosco la politica italiana, è uno scenario piuttosto concreto, soprattutto se lo scopo è traghettare l’Italia verso nuove elezioni da tenersi al massimo entro la primavera del 2020.

In ogni caso, qualunque sia lo scenario, tutti – a eccezione di quello autenticamente sovrano – portano inevitabilmente a Mario Draghi e allo Stato ottocentesco, e tutti portano come data di scadenza della legislatura il 2021 (o il 2020, v. sopra). Per allora, infatti, dovrà essere operativa la nuova maggioranza, il cui compito sarà quello di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Ed questa la ragione che mi induce a pensare che il PD difficilmente potrà accettare di sostituire la Lega nel Governo con i 5s. Una scelta di questo tipo potrebbe pregiudicare la risalita trionfale nei consensi per quella data.

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