I buoni e i cattivi: la guerra mediatica della propaganda “occidentale”

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In questi giorni di guerra russo-ucraina, è difficile capire dove sta la verità e dove sta la propaganda. Ma il coronavirus – e non è ironia – ha finito inevitabilmente per vaccinarci contro la propaganda dei media occidentali. Che non fanno informazione, o almeno non completamente, ma fanno – appunto – propaganda.

Non posso dire con solida certezza che la Russia abbia ragione in modo assoluto, perché i torti e le ragioni non sono mai netti in queste vicende (se non nei film americani, dove inevitabilmente gli americani hanno sempre ragione e tutti gli altri torto), ma è chiaro che prendere per oro colato ciò che dicono i media occidentali su Putin e la Russia è da ingenui e fa emergere solo una caratteristica per lo più tutta italiana (ma non solo): il nostro esterofilismo e la nostra subordinazione culturale e politica agli USA.

Non esiste in questo paese, in effetti, una voce che si possa dire non critica, ma quanto meno obiettiva su ciò che sta realmente accadendo in Ucraina e sugli errori degli USA, dell’Europa e della NATO. Nessuno dei media evidenzia l’ipocrisia dei leader occidentali, i quali si riempiono la bocca di retorica sulla libertà, la democrazia e il diritto di autodeterminazione solo quando questa viene messa in discussione dalla Russia o da qualsiasi altro paese avversario degli USA, mentre nei loro paesi si permettono di reprimere il dissenso e le proteste come se fossero parte di quella libertà e democrazia di cui parlano senza pudore alcuno.

Oggi sono tutti contro la Russia per la guerra ucraina, ma quei tutti hanno dimenticato le guerre a cui hanno partecipato le nazioni dell’Occidente. Come nella ex-Jugoslavia, per esempio, dove è tristemente celebre il bombardamento di Belgrado da parte della NATO (1999). Contando quelle attuali, le iniziative militari dirette della Russia sono più o meno tre (Cecenia, Crimea e ora Ucraina). E anche quando ancora si chiamava Unione Sovietica, gli interventi militari diretti non sono un numero tale da impressionare. Le più celebri sono Ungheria e Afghanistan (qui la lista completa). Ma si può dire altrettanto degli USA? Chi andasse a fare una ricerca, scoprirebbe che sono numerose. Per non parlare di quelle indirette (supporto e forniture militari a oppositori, pressioni e rovesciamenti di regimi), dove il rapporto USA-URSS/Russia vede vincitore con un netto distacco sempre gli americani (qui una lista di tutti gli interventi americani dal 1945 a oggi).

Tutto ciò non viene affrontato dai media occidentali, che cercano in ogni modo di offrire ai loro ascoltatori o lettori un mondo che non esiste, un mondo idealizzato, un mondo dove esiste una netta divisione tra i buoni e i cattivi e dove i buoni, inevitabilmente, sono sempre gli USA, il mondo occidentale e i loro modelli sociali, mentre il resto non merita di essere considerato e anzi, merita di essere cambiato con conquiste, colonizzazioni, guerre e rovesciamenti di regime (non a caso si parla ironicamente di “esportatori di democrazia”). Ma la verità è che ciò che viene dipinto per “buono” in realtà è solo interesse geopolitico ed economico. Lo stesso che magari oggi ha la Russia – non lo si può mettere in dubbio – ma che nel caso degli USA e dell’Occidente viene sempre considerata cosa buona e giusta, anche quando non lo è.

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