I rischi e gli obiettivi dietro l’impeachment di Trump

—   Lettura in 3 min.

L’8 febbraio, secondo fonti del Congresso americano, prenderà il via il processo di impeachment per l’ex presidente Donald Trump per i fatti di Capitol Hill. Un processo eminentemente politico: primo perché il processo di impeachment americano di per sé è un evento di censura politica (non ha risvolti penali o civili – che semmai potrebbero essere conseguenti, precedenti o paralleli), e poi perché riguarda giusto Donald Trump, e dunque è originato per lo più da acrimonia politica dei dems nei suoi confronti.

I fatti di Capitol Hill del resto lo dimostrano: Trump quel giorno non ha certo aizzato la folla ad assaltare il Parlamento, intento a ratificare i risultati elettorali. Ogni singola registrazione del discorso di Trump, ogni passaggio, dimostra che egli chiedeva una protesta pacifica, simbolica, per stimolare i rappresentati del GOP a opporsi alla certificazione della vittoria di Biden, che, secondo l’allora presidente USA, sarebbe stata inquinata da grandi frodi elettorali (legate per lo più all’uso del voto per corrispondenza, per assente e tramite voto elettronico).

Vero è che per i dems poco importa che Trump sia responsabile o meno di quell’assalto (e in realtà non lo è perché l’arringa di Trump è protetta dal 2° emendamento), importa che l’occasione sia giusta per metterlo di nuovo sotto processo onde metterlo fuori gioco in vista delle prossime elezioni presidenziali (2024), anche a costo di violare la Costituzione americana che prevede il processo di impeachment per i soli funzionari dello Stato federale, compreso il Presidente degli Stati Uniti (art. 2). Ed è ben chiaro che Trump oggi è solo un privato cittadino, sicché il processo di impeachment risulta essere palesemente illegale.

D’altro canto, è altresì evidente – visto l’esito del voto di impeachment alla Camera dei Rappresentanti – che questo processo faccia gioco anche a quella parte del GOP che non ha mai amato Trump e che vorrebbe purgarlo dal partito. Ma, ogni giorno che passa, questo tentativo si sta rivelando una pessima strategia perché Trump ha un grande seguito politico fra gli elettori repubblicani e la sua condanna con i voti determinanti dei senatori GOP (almeno 17) avrà l’effetto di distruggere il partito conservatore e frammentare l’elettorato repubblicano.

E questi sono i pesanti fattori politici. C’è poi il risvolto giuridico, che potrebbe rivelarsi un boomerang non solo per i repubblicani, ma anche per gli stessi democratici accecati dall’odio nei confronti di Trump: questo processo di impeachment, in qualunque modo vada, qualora non venisse respinto per difetto di competenza (un ex presidente non è processabile dal Senato), aprirà la strada ai processi di impeachment per gli ex presidenti USA. Ciò non potrà che condizionare fortemente l’azione politica dei futuri governi americani, che si ritroveranno con la spada di dàmocle di un processo per impeachment postumo alla carica, frutto magari di vendette politiche e ripicche. E non importa che poi questi processi si risolveranno quasi sempre con un’assoluzione. Importa che questi processi possano essere un efficace strumento di pressione sul presidente.

Come finirà questo processo? E’ difficile dirlo. Quasi certamente finirà con un’assoluzione (sarebbe la seconda per Trump), perché non è credibile che i dems possano trovare 17 senatori repubblicani favorevoli alla condanna (i media conservatori lo escludono). Del resto, troppi i rischi per il GOP e incerti (se non nulli) i benefici. Ma tutto è possibile in questa fase della storia politica americana, dominata dalle Big Tech che possono permettersi di bloccare e oscurare il profilo del Presidente USA, senza che ciò desti uno scandalo tale da indurre i legislatori federali a revocare la sezione 230 che salva le Big Tech da responsabilità civile e penale per ciò che viene scritto sui loro social, ciononostante esse si palesino ormai come dei veri e propri editori. Vero è che solo a febbraio o al più tardi a marzo sapremo se Donald Trump avrà o no agibilità politica per le presidenziali del 2024.

E a proposito di censura, il clima censorio nei confronti delle opinioni cosiddette conservatrici e trumpiane è talmente pesante, che addirittura è stato proposto che alcune emittenti e testate conservatrici come Fox, Oann e Newsmax venissero rimosse dalle piattaforme via cavo dove raggiungono milioni di utenti. Il che non fa altro che confermare che se i repubblicani asseconderanno le richieste dems, favorendo o agevolando la condanna di Trump, per gli USA si aprirà una nuova fase storica decisamente dominata dal globalismo big tech e dal politicamente corretto, con pesanti riflessi negativi anche sul nostro paese.

Iscriviti sul mio canale Telegram @ilpetulante per rimanere aggiornato sui nuovi articoli