— Lettura in 2 min.
Ieri il Governo ha varato l’ennesimo decreto “emergenziale” contro il diffondersi della SARS Covid-19. Tra le inutili e draconiane assurdità previste (ricordo l’obbligo di Green pass per andare alla posta e di supergrenn pass per altre tipologie di servizi), impone, a chi ha compiuto i cinquant’anni, di ricevere i noti vaccini anticovid, perché questa categoria di persone, sarebbe una categoria “fragile” che merita “tutela” (sic!).
Parlare di un provvedimento “scientificamente e giuridicamente fondato” è, onestamente, impossibile. Come possa essere preso seriamente un obbligo che impone un vaccino ancora in fase di autorizzazione, la cui posologia non è definita, che non impedisce il diffondersi dei contagi e per il quale la mappa degli effetti avversi non è ancora del tutto scoperta, è per me un mistero. Ma non più di tanto, perché è chiaro l’intento oppressivo nei confronti di una minoranza che, da tempo, ha deciso di non sottoporsi a una profilassi che, ogni giorno che passa, dimostra di essere sempre più scarsamente efficace contro le varianti da SARS Covid-19.
Certamente però il provvedimento può essere considerato pericoloso. Pericoloso perché – appunto – denota l’idea che non sia ammesso dissenso nei confronti di una strategia sanitaria che, ogni giorno che passa, si dimostra inefficace e fallimentare. L’Italia è uno dei paesi con il più alto tasso di vaccinazione (circa il 87-90%), dove sono state implementate le misure più dure (e insensate). Eppure, nonostante questo, è anche uno dei paesi dove il rapporto tra contagi e la mortalità sarebbe più alto. Questo basterebbe a dimostrare il fallimento delle politiche anzidette, e invece siamo sempre lì: se un provvedimento non funziona, lo si implementa ancora più rigidamente. Non si accetta la sconfitta, non si accetta l’idea che forse ci si è sbagliati e che è meglio rivedere il tutto. No: si prosegue, fino a che non si esaspera la popolazione o una parte di essa.
Quello, però, che personalmente mi preoccupa più di tutto, è il profondo disprezzo per le libertà e i diritti costituzionali, umiliati e calpestati da questi provvedimenti inutili. L’obbligo vaccinale e le misure finora imposte (a partire dall’obbligo per i sanitari) fanno carta straccia delle libertà e dei diritti fondamentali dei cittadini, determinando la “morte civile” di chi non intende né intenderà sottoporsi al siero (leggi qui).
I provvedimenti allucinanti e allucinati in questione creano infatti cittadini di serie A e serie B, e alimentano così il conflitto orizzontale tra chi ha scelto di vaccinarsi e chi invece ha preferito non farlo. Premiano i primi ed emarginano i secondi. Ed è questo l’aspetto più pericoloso e nefando che siffatte politiche (del tutto aliene a qualsiasi sistema democratico) stanno alimentando. Sono misure che creano fratture nella società, esasperano gli animi, permettono che venga covato l’odio sociale e la diffidenza tra cittadini, senza raggiungere l’obiettivo per il quale sono state dichiarate: arginare il virus, che va per i cavoli suoi.
Parlare di misure grottesche, dunque, è più che altro un eufemismo per non usare altri termini più incisivi e maggiormente aderenti alla realtà. La Costituzione grida il suo dolore per come viene del tutto ignorata e calpestata. I padri costituenti, dal mondo ultraterreno, si domandando dove hanno sbagliato. Noi, invece, che siamo qui a subire, ci chiediamo dove ci porteranno queste misure prive di razionalità e umanità.