Le piattaforme alternative contro la censura delle big tech

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Esistono diversi siti e piattaforme che possono essere utilizzati contro il vento di censura attuato dalle big tech, in attesa che qualche legislatore si muova per limitare lo strapotere dei vari social e delle piattaforme di condivisione e streaming. Che oggi riescono persino a censurare il Presidente degli Stati Uniti.

Qui di seguito vi elenco una serie di siti (più o meno conosciuti) per socializzare sul web o condividere contenuti, che fanno da contraltare ai vari Facebook, Twitter e Youtube, Whatsapp.

Messaggistica

La più famosa app di messaggistica è Whatsapp di Facebook. Ma ne esistono altre non meno performanti e interessanti che non appartengono a Zuckemberg. Ecco le più note:

  • Telegram. Indubbiamente il più famoso. Usa un sistema criptato per inviare e ricevere messaggi. Si possono creare canali o gruppi, ed è particolarmente performante. Persino questo blog ha il suo canale Telegram. Link.
  • Viber. E’ un’altra alternativa a Whatsapp. Meno famosa di Telegram, ma non meno performante e interessantee. Link.
  • Signal. Ecco un’altro potente sistema di messaggistica per chi non vuole utilizzare Whatsapp e altri. Risulta, a dire degli sviluppatori, estremamente sicuro. Link.
  • Element. Altro sistema di messaggistica, molto conosciuto. Link,

Video streaming

Ultimamente si assiste su Youtube alla rimozione di contenuti non graditi o che vengono considerati violativi delle regole. Naturalmente non mi riferisco a quei video che violano il copyright di qualcuno, ma ai video a sfondo politico ed economico che non sono allineati al pensiero dominante. Esistono però delle alternative:

  • Rumble. E’ la piattaforma alternativa per eccellenza, molto simile nella struttura a Youtube, ma decisamente più libero. Link.
  • PeerTube, basato sullo stesso sistema di Mastodon (vedi sotto), permette la condivisione di video e altro. Link,

Social

Credete che esistano solo Twitter, Instagram e Facebook? Vi sbagliate. Esistono centinaia se non migliaia di social sulla rete. Chiaramente, non tutti sono affidabili e non tutti sono tanto famosi da permettervi una interazione virtuale soddisfacente. Qui vi cito quelli più noti, che in tempi di forte censura, sono un “rifugio” per chi ancora crede nella libertà di parola e di pensiero.

  • Gab. Gab è un social molto simile a Twitter e Facebook. Apparentemente lascia molta libertà di parola e di opinione e non attua censure. Molto apprezzato. Link.
  • Parler. Di Parler si è parlato moltissimo ultimamente, perché i “trumpiani” si sono praticamente rifugiati in questo social. Non è proprio il massimo in fatto di performance, ma è libero. Link.
  • Mastodon. E’ un social parcellizzato o decentralizzato tramite una rete di nodi. Molto interessante e ricco. Soprattutto a prova di censura, perché ha una architettura particolare. Link.
  • VK. Noto social russo, che riscuote parecchio successo anche da noi. La vera alternativa a Facebook (anche perché è molto simile). Link
  • Pixelfed. Alternativa a Instagram. Link.
  • Altri qui.

Infine, siccome alcuni store bannano e censura app sgradite (e mi ripeto: non parlo di malaware o app che violano il copyright), ecco le alternative alle più note Google Play e Apple Store. Non posso però garantire che si possano trovare le app bannate.

  • Apkpure. Alternativa a Google Play, perché contiene tutto ciò che è presente su Google Play. Link.
  • Altri store alternativi a Google Play qui.
  • Qui invece una serie di store alternative ad Apple Store: link.

Infine, è caldamente raccomandato utilizzare browser e motori di ricerca che rispettano la privacy e non tracciano l’utente. Si consigliano (ma vedete voi):

  • Brave Browser come browser.
  • DuckDuckGo come motore di ricerca.

Chiaramente, mi corre l’obbligo di avvisarvi che dovete sempre leggere le recensioni e i termini di servizio di tutte le piattaforme alternative prima di utilizzarle, per valutarne la sicurezza e la validità. I rischi di beccarsi virus e malaware non sono remoti. Dotarsi eventualmente di antivirus.

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