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Il nostro Governo ha deciso di indebitarci con la UE per i prossimi trent’anni. Quello che non era riuscito con il MES, riesce con il Recovery Fund. Nel senso che, a differenza degli altri paesi che hanno richiesto i fondi del Recovery, solo l’Italia intende far largo uso anche dei “prestiti” che ci legheranno alle direttive di Bruxelles per i prossimi decenni, rendendo del tutto inutile l’esercizio della democrazia, visto che qualunque Governo entrerà in carica dovrà necessariamente “obbedire” alle direttive europee in materia economica, perché il creditore ha sempre l’ultima parola.
E quello che da tempo l’Europa chiede è ormai noto: riforma delle pensioni (in peius), riforma del mercato del lavoro (libertà di licenziamento e precarizzazione istituzionalizzata), riforma della sanità (più privato e meno Stato, meno posti letto, più ticket e meno prestazioni sociali gratuite), riforma della scuola (meno conoscenze e più competenze, dunque meno latino e più uso del PC), riforma della giustizia (maggiore celerità nelle procedure civili ed esecutive di spoliazione mobiliare e immobiliare).
Ma l’aspetto che di più fa rabbrividire in tutto ciò, è che esiste evidentemente una volontà politica di legarci alla UE per i prossimi decenni, visto che il nostro paese, anche grazie al PSPP e PEPP della BCE, ha pieno accesso al mercato per quanto riguarda i titoli di Stato, tanto che le richieste di bond italiani rispetto all’offerta, durante le aste, è sempre alta. Dunque, quale altra ragione, se non una volontà politica di vincolarci alla UE, potrebbe indurre il nostro Governo a richiedere praticamente tutti o quasi i prestiti che fanno parte del Recovery?
Di seguito un grafico tratto da un’analisi del Financial Times. Le percentuali sono necessariamente approssimative, ma sono estremamente vicine alla realtà (ma chi volesse potrà segnalarmi le percentuali esatte). Tanto che gli analisti non hanno dubbi in proposito: l’Italia è il paese che più di tutti ha chiesto di accedere al Recovery Fund e in particolare alla sezione dei prestiti.
Paese | Prestiti % in PIL |
Italia | ± 15% |
Grecia | ± 1,2% |
Portogallo | ± 0,2% |
Germania | 0 |
Franci | 0 |
Spagna | 0 |
Gli altri paesi, come si nota dal grafico, si sono ben guardati dal richiedere i prestiti del Recovery. Tutti tranne l’Italia, appunto, e qualche briciola la Grecia e il Portogallo. Ma dal grafico di sopra, Spagna, Francia e Germania hanno solo richiesto (e in misura davvero ridotta) solo i soldi a fondo perduto. Questo deve dare parecchio da riflettere, anche se purtroppo, oggi come oggi, la riflessione è una magra consolazione.