L’Unione Europea come antitesi delle democrazie nazionali popolari

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Abbiamo in Italia gli strenui difensori dell’Unione Europea. Il talebanismo sul punto è tale, che costoro consapevolmente o meno, hanno di fatto abbandonato il patriottismo costituzionale, l’idea di patria italiana, per abbracciare un’ideale di patria europea che non esiste. Soprattutto alimentano l’idea – fallace – che questa Unione Europea rappresenti l’unico baluardo democratico contro chissà quale reviviscenza fascista. E nel farlo, confondono strumentalmente sovranismo e nazionalismo, rivendicazione della piena sovranità nazionale e instaurazione di un regime autarchico e repressivo, populismo e radicalismo di estrema destra o di estrema sinistra.

Peccato che non sia affatto così. E che sia invece l’esatto opposto. L’Unione Europea è l’antitesi delle democrazie popolari nazionali. Le quali, davanti al costrutto europeista, cedono sovranità (costituzionale) e dunque perdono la capacità di orientare le politiche sociali ed economiche fondamentali. In questa prospettiva, il concetto stesso di democrazia viene meno, poiché se la democrazia è il governo del popolo che individua ed attua le soluzioni politiche che hanno prevalso nella consultazione elettorale (determinando una precisa scelta popolare), l’oligarchia europeista rappresenta l’esatto opposto: non esprime in alcun modo la volontà popolare (di chi poi?), e dunque le istanze democratiche del corpo elettorale, semmai contrasta e neutralizza le soluzioni espresse nei processi elettorali, imponendo un’architettura normativa strettamente vincolante per le stesse democrazie.

Lo spiego con un banale esempio: se il Governo italiano volesse fare deficit per il 10% del PIL, onde investire in infrastrutture o per rilanciare l’economia attraverso sostanziose politiche espansive, e fosse stato eletto per questa ragione, ebbene, non potrebbe farlo in alcun modo senza contravvenire le assurde regole europee (il legalismo europeista). E del resto, questo lo possiamo osservare attraverso la lettura della cronaca politica: i vertici europei che lanciano chiari moniti al nostro paese, affinché rispetti le regole di bilancio (e poi poco importa se la disoccupazione è alle stelle e le aziende chiudono), agitando procedure di infrazione e lo spauracchio dei mercati. 

Insomma, come si può agevolmente osservare, le scelte di fondo non sono più determinate dal popolo attraverso i processi democratici, ma sono determinate dalle strutture tecnocratiche insediatesi a Bruxelles, protette e confortate da trattati internazionali capestro che erodono le sovranità statali e aggirano sistematicamente i processi democratici nazionali (il popolo dice A, ma il Governo fa B, perché lo impone Bruxelles). L’Unione Europea, o meglio questa Unione Europea, è dunque la negazione stessa delle democrazie nazionali. Ed ecco perché, sensatezza e amor di patria vorrebbe che l’Italia la abbandonasse e si riprendesse la propria sovranità!

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