Ma… che fine ha fatto il “pericolo fascista”?

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I miracoli delle elezioni avvenute, o meglio passate. Il pericolo fascista, tanto paventato in questi mesi, scomparso. Desaparecido. Svanito come neve a primavera. Non esiste più. Vinto e battuto, più che dal voto in sé, dall’esaurimento della sua strumentalità: distrarre gli elettori dai veri problemi irrisolti del paese, dalla crisi economica, dalle ondate migratorie senza controllo e dalla subalternità del nostro paese alla UE, onde arginare il pericolo di un voto anti-sistema e dunque sovranista.

Obiettivo fallito miseramente. Il bau bau del pericolo fascista non ha raggiunto lo scopo anzidetto, quand’anche – per me (e sono sincero) – non in modo del tutto soddisfacente e ottimale, ciò perché se è vero che gli italiani non hanno creduto al pericolo di un rigurgito fascista o neofascista, è anche vero che i loro voti, per reazione e magari convinzione circa l’obiettiva e incontestata marginalità o inesistenza del fenomeno, non si sono riversati – come avrebbero dovuto e potuto – pienamente nel centrodestra a trazione sovranista, bensì si sono suddivisi tra il centrodestra e i cinquestelle, e ben sappiamo che questi ultimi, purtroppo, non sono anti-sistema né ormai possono essere annoverati fra i movimenti euroscettici e sovranisti.

Ma non disperatevi e non pensiate che questo genere di giochini della propaganda, benché palesemente inefficaci, siano finiti nel solaio delle cianfrusaglie inutili. Non è infatti escluso che in un prossimo (e breve) futuro, l’arma venga tirata fuori nuovamente, e cioè alla prima occasione utile, quando – dopo il quasi certo fallimento di un governo cinquestelle (ammesso nasca un simile governo) o di un governo tecnico o di larghe intese in cui c’è tutto e il contrario di tutto – si tornerà a votare e il centrodestra a trazione sovranista sarà magari il favorito, sempreché – beninteso – Salvini, nel mentre, non si sia bruciato i consensi appoggiando un governo che attui un programma eurista.

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