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E’ inutile che ce lo infiocchettino questo MES o lo declinino come MES light. Tanto è chiaro che se MES sarà, sarà un MES a condizionalità, e probabilmente saranno condizionalità rafforzate o rigorose (se non subito, successivamente), perché è questo che prevede l’art. 136. Il quale al terzo paragrafo afferma che:
Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità.
Due sono le considerazioni da fare su questo paragrafo.
La prima considerazione riguarda, appunto, le condizionalità. Si parla infatti di un meccanismo che presterà assistenza finanziaria che sarà soggetta a una rigorosa condizionalità. E’ facile dunque considerare le “condizionalità” come una condicio sine qua non, e cioè come una clausola legale inderogabile e ineliminabile nell’erogazione del prestito MES, senza la quale il prestito sarebbe “illegale”. Pensare perciò che non vi sarà alcuna condizionalità o che questa non sarà rigorosa, è commettere un errore fatale sul piano giuridico prima che economico. Al massimo, ci potrà essere un rimaneggiamento di stile dell’accordo, tanto perché il MES venga dato in pasto all’opinione pubblica come un successo, ma nella sostanza il MES non potrà che essere a condizioni rigorose, ante o ex-post. In quest’ultimo caso – che è quello più subdolo – le condizionalità potranno essere rese rigorose successivamente, magari passata la crisi, quando verrà riattivato il patto di stabilità e la Commissione Europea inizierà a tallonare il nostro martoriato paese perché rientri nei parametri di deficit e spesa previsti dal Fiscal Compact. In tale caso, il MES potrebbe metterci del suo (v. il two pack), approvando a maggioranza qualificata che l’Italia deve fare più avanzo primario e dunque deve fare riforme strutturali pesanti (privatizzazioni, ristrutturazioni e tagli) per garantire la restituzione del prestito.
Se questo è vero, è altresì vero che il MES non è un meccanismo utilizzabile in una crisi simmetrica come quella attuale. Ed è lo stesso art. 136 a stabilirlo, là dove afferma che il MES ha lo scopo di «salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme». Dunque, la finalità del meccanismo non è affrontare una crisi pandemica simmetrica, ma garantire la stabilità della zona euro da scompensi finanziari e commerciali asimmetrici. Così Luciano Barra Caracciolo nell’articolo scritto a quattro mani con Antonio Maria Rinaldi:
… la vera “ratio” della modifica dell’art.136 (par.3) del trattato su cui si fonda l’istituzione del “meccanismo”, era quella di stabilizzare l’area euro di fronte agli squilibri commerciali (e finanziari) asimmetrici determinati dalle differenze di competitività cumulatesi nel primo decennio di vita dell’euro. Una finalità che lo rende statutariamente inidoneo e inutilmente punitivo, con le sue condizionalità fortemente pro-cicliche, a gestire l’attuale eccezionale crisi.
Dunque, il MES in questo contesto rischia di essere inutilmente punitivo con le sue condizionalità fortemente pro-cicliche, che non possono essere eliminate, salvo violare il trattato; violazione che aprirebbe le porte a cause su cause davanti alla Corte di Giustizia Europea.
E a conforto, soggiunge anche il parere del prof. Mangia, autorevole costituzionalista, il quale sottolineando che il MES viola le Costituzioni di mezza Europa (per l’Italia v. il mio paper) afferma chiaramente che le condizionalità sbiadite sono utili a «farci entrare nel Meccanismo. Dopo che ci sei entrato non puoi più uscire. Una volta che sei dentro non ci vuole niente a far valere la clausola della “rigorosa condizionalità”. È una tecnica di vendita che conosciamo tutti. Stavolta serve a intrappolare uno Stato in cambio di niente, come sono niente 33 miliardi».
Pertanto, affermare che il MES qualora utilizzato ci aiuterà (33 miliardi servono appunto solo per qualche mese) e che sarà comunque a condizionalità light o addirittura senza alcuna condizionalità, è più che altro propaganda politica volta a farcelo digerire. Ma la verità, sostenuta dai vari e autorevoli giuristi citati in questo post, come si è visto è ben diversa. Meglio sarebbe che il MES venga liquidato e chiuso, e che i contributi versati da ogni paese (l’Italia ha versato all’incirca 50 miliardi) vengano restituiti o vengano utilizzati per ricapitalizzare la BEI (come propongono Barra Caracciolo e Rinaldi).