Nessuno che si inginocchi per le vittime della crisi economica

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Le proteste di questi giorni sulla scia emotiva del blacklivesmatters, sono un fenomeno che lascia sgomenti e perplessi. In parte perché queste proteste si sono trasformate, negli USA, in atti deliquenziali, di vandalismo e di saccheggio, poi perché l’obiettivo (nemmeno tanto malcelato) delle stesse si è rivelato essere Trump, nonostante Minneapolis e lo Stato del Michigan vengano retti dai democratici. E in parte perché, intiepiditasi l’emergenza covid, ecco che rispunta il sempreverde razzismo.

In versione pacifica, le proteste – manco fossero una moda – sono arrivate anche da noi. E figuriamoci se così non fosse. Se c’è da venir intortati dalla propaganda globalista e neoliberista, in Italia c’è chi è sempre in prima fila. L’occasione del razzismo è ghiotta in un paese che pensa di risolverlo con lo ius soli, dimenticando che gli episodi di razzismo peggiori avvengono proprio negli USA, dove esiste lo ius soli da duecento anni.

Ma tant’è… Quello che veramente lascia perplessi però non riguarda tanto le proteste, che lasciano il tempo che trovano con le loro patetiche scenografie, quanto perché quello stesso fervore sembra non esistere per le conseguenze di una crisi economica che lentamente sta stringendo il nostro paese in una morsa. Una crisi che rischia di lasciare parecchia gente a casa, disoccupata, con aziende che tagliano posti di lavoro o chiudono direttamente. E questo, mentre lo Stato rimane sostanzialmente inerte, aspettando le lenticchie dell’Europa.

Ecco. Mi chiedo perché, quella stessa gente, pronta ad andare nelle piazze per una vittima di Minneapolis, non pensi nemmeno per un istante di scendere in piazza per le migliaia di “vittime” delle crisi economiche passate e presenti, per i posti di lavoro persi, per la sostanziale inerzia di questo Governo e della sua maggioranza nel fare tutto ciò che è necessario per permettere al paese di risollevarsi con dignità, senza cioè chiedere prestiti internazionali o MES o altro strumento di rafforzamento del vincolo esterno.

A voi le ardue e scontate conclusioni.

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