Perché non è illegale pretendere il pagamento in rubli del gas e del petrolio russo

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Tra ieri e l’altro si è consumata l’ennesima sconfitta dell’Occidente davanti alle sanzioni che ha imposto alla Russia per l’operazione militare in Ucraina. Riassumendo: in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa e gli USA hanno imposto pesanti sanzioni alla Russia, tra le quali ricordiamo il ban della Russia dallo SWIFT (il sistema di pagamento internazionale controllato dagli americani), i sequestri di beni russi e il congelamento di beni e conti russi, l’esclusione degli atleti russi dalle competizioni internazionali ecc. Ad esse peraltro si aggiunge il rifornimento di armi all’Ucraina.

Insomma, una sarabanda di sanzioni e azioni anti-russe che gli analisti e i commentatori non allineati reputano esagerate, provocatorie e tendenziose. Sanzioni il cui scopo sarebbe (o avrebbe dovuto essere) quello di piegare l’economia russa e portare Putin a più miti consigli, se non addirittura a un regime change.

Un errore strategico grossolano. Perché l’efficacia di una sanzione è correlata alla capacità di chi la impone di renderla effettiva ed efficace. Ma perché questo accada, è necessario che tutti intendano rispettarla. Invece, nella comunità internazionale, i paesi che hanno deciso di applicare le sanzioni occidentali sono solo i paesi occidentali; il resto del mondo se ne frega delle sanzioni anti-russe e anzi, giusto perché sono state imposte, hanno deciso di stringere accordi commerciali con la Russia. Tra questi, ricordiamo l’India e il Pakistan, e ovviamente la Cina.

Il risultato? Le sanzioni sono state un vero e proprio boomerang per l’Europa, che si è vista così costretta a inasprirle (ormai siamo al quarto pacchetto e già si parla del quinto), indispettendo la Russia. Ed è dell’altro ieri la decisione di Putin di imporre che il gas e il petrolio russo vengano pagati in rubli qualora acquistati dai paesi cosiddetti “ostili”, che alti non sono se non i paesi europei e gli USA.

Non vi dico il gelo calato sulla vecchia e arrogante Europa. Nessuno si aspettava questa mossa. E infatti, all’indomani della decisione, il rublo ha guadagnato terreno sull’euro, dimostrandosi che il valore della moneta non è altro che il riflesso della capacità di un paese di produrre ricchezza o di offrire beni (materie prime in questo caso) essenziali per chi non ne dispone, e non già del debito pubblico inferiore a un tot, come ci hanno insegnato i neoliberisti europei.

Naturalmente, i nostri prodi sanzionatori non è che hanno detto: «ok. Abbiamo scherzato. Ora mettiamoci davanti a un tavolo e parliamone». No! Hanno insistito e hanno detto che non è legale ciò che sta facendo la Russia. I contratti commerciali sono stati stipulati in dollari ed euro, e sono quelli che devono essere pagati per il gas e il petrolio russo.

Devo dire che in linea generale è così. La moneta, quale valuta di pagamento di una controprestazione, soprattutto nelle transazioni internazionali, è elemento essenziale del contratto. Ma è altresì vero che la decisione della Russia è una “rappresaglia” in risposta alle sanzioni “illegali” comminate dagli Stati europei. E che siano illegali, vi sono pochi dubbi. Del resto, sono state applicate unilateralmente, senza alcuna base legale internazionale (non esiste una risoluzione ONU che le legittimi, per dire, né esiste una sentenza di un qualche tribunale internazionale), palesandosi per quello che sono: una spudorata ritorsione per un’operazione militare nella quale i paesi sanzionatori non sono nemmeno coinvolti direttamente, avendo semmai grandi responsabilità nella genesi del conflitto (soprattutto gli USA).

Perciò, asserire che la decisione di Putin di convertire i contratti in rubli è illegale, è una forzatura perché espunge dal contesto del discorso l’illegalità delle sanzioni unilaterali euro-americane. Per dire: perché sarebbe illegale la decisione di Putin, mentre è legale quella dell’Europa e degli USA? Chi lo stabilisce?

Ma la verità è meglio di questa. Nei rapporti internazionali, il concetto di legalità è relativo, perché non esiste una forza realmente in grado di esercitare coercizione legale. All’interno dei confini nazionali esiste lo Stato con la forza di polizia; ma fuori da questi confini, tutto è basato sui rapporti di forza tra Stati. La Russia ha forza, perché ha la deterrenza nucleare ed è un paese ricco di materie prime essenziali per l’Europa, ed ecco perché può permettersi di prendere la decisione di imporre il pagamento in rubli. E questo discorso vale anche per l’Europa e gli USA, nel momento in cui impongono le loro sanzioni. Sicché, trattasi di una contrapposizione dove i concetti di legalità e illegalità riflettono semplicemente la capacità di deterrenza militare ed economica.

Chi la spunterà? Beh… se la Russia fosse stata l’Iraq o Panama, non avrei alcun dubbio: l’Europa e gli USA. Ma qui parliamo di un paese ricco di materie prime, dotato di ottomila testate atomiche, che ha il supporto di Cina, Brasile, Pakistan, India, Emirati ecc. Per cui, per l’Europa, non esiste altra soluzione che trattare con i russi, se vuole sopravvivere economicamente. L’alternativa è meglio non prenderla nemmeno in considerazione…

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