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on sono opinioni, sono dati statistici, corroborati dal fatto che il senso del sacro sta scemando negli europei, a causa soprattutto dei dogmatismi laici e mercantilisti che vedono la religione cristiana come un avversario da abbattere sia per ragioni politiche e sia per ragioni economiche. Del resto, Cristo stesso poneva una scelta: o Dio o Mammona, che non è certo – in chiave moderna – la scelta tra uno stipendio e Dio, ma tra il consumo smodato, il nichilismo e il gretto individualismo da una parte e la ricerca della spiritualità dall’altra.
La cristianità, dunque, è vista come la nemica, sia dei laici che usano il laicismo per contrabbandare l’ateismo (del resto, l’Unione Europea non ha mai voluto riconoscere le radici cristiane dell’Europa), e sia, soprattutto, dei mercanti, che vedono nella cristianità un ostacolo ai loro affari. I primi usano il politicamente corretto e il principio di uguaglianza per seccare le radici cristiane dell’Europa e favorire così le colonizzazioni culturali estranee alla cultura europea (le ragioni sono evidenti: dissolvere l’identità europea per favorire un più pregnante controllo sociale basato sul mero individualismo), e i secondi il mito del consumismo.
I dati riportati da Il Giornale e Il Foglio sono eloquenti, basati su una ricerca condotta dal St.Mary University Twickenham, non lasciano spazio a dubbi: la religione in Europa è moribonda; o meglio è moribonda la religione degli europei, che è prevalentemente cristiana. Secondo questa ricerca, infatti, tra i giovani, la religione è ormai quasi del tutto ignorata. Tanto per dirne una solo il 2% dei giovani belgi, il 3% degli ungheresi e austriaci, e il 5% dei giovani lituani e tedeschi, sono cattolici praticanti, mentre gli altri o non credono oppure considerano l’essere cattolici una etichetta a cui non corrisponde un’attività pratica. Solo tra i giovani portoghesi, polacchi e irlandesi, la religione è ancora centrale: in questi paesi il 10% degli intervistati ha dichiarato di recarsi a messa almeno una volta a settimana. Mentre per quanto riguarda l’Italia, la ricerca non riporta il dato italiano, poiché dovrà essere oggetto di un’indagine a parte.
Così, mentre se la cristianità decresce sempre di più, le chiese si svuotano e le comunità cristiane si rimpiccioliscono, ecco che – causa la demografia sfavorevole – nell’Europa scristianizzata e atea, cresce invece la religione islamica, che trova praterie sterminate e un ambiente giuridico favorevole per mettere radici. Nel 2050 i cittadini europei di religione islamica saranno una buona parte dei cittadini europei, (tra il 7,5 e il 14% della popolazione totale), e ciò per via della maggiore fertilità delle donne islamiche rispetto a quelle cristiane ed europee.