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Sappiate che abbiamo una legislazione sull’assistenza dei genitori lavoratori ai figli piccoli malati a dir poco beffarda. Una legge che se da un lato prevede il diritto per il genitore di assentarsi per la malattia dei suoi bimbi, dall’altra non prevede – e qui sta la beffa! – alcuna retribuzione nel periodo in questione. Niente. Chi ha un figlio piccolo e intenda assentarsi per la malattia del proprio bambino, può farlo, ma senza retribuzione. Le cose migliorano un pochino, ma solo un pochino, nel settore pubblico, dove fino ai tre anni di età del bimbo, è riconosciuta la retribuzione piena (ma solo perché così prevede il CCNL). Ma anche nel settore pubblico, dopo i tre anni, nisba. E stendo un velo pietoso sui giorni di assenza massima, appena 5 tra i 4 anni e gli 8 anni (settore privato).
Poi domandiamoci perché non si fanno più figli. Perché il nostro paese è immerso nel peggior inverno demografico della sua storia e perché molte donne, per inseguire la carriera o semplicemente per conservare il proprio lavoro, rinunciano alla maternità e all’idea di famiglia. Se questa è la normativa, non possiamo affatto lamentarci. Il nostro destino è segnato, e lo è perché non è possibile, a queste condizioni, pensare a un futuro che non sia fatto di solitudine o al massimo allietato dalla compagnia poco impegnativa di un cane o di un gatto, mentre la politica miope o semplicemente ideologica, o addirittura complice, “eletta” dai rinunciatari (per forza o per scelta), acclama la bellezza dell’immigrazione che ci salverà dalla morte demografica.
La verità è che stiamo bruciando il nostro futuro e stiamo dissolvendo la nostra nazione. Stiamo mandando a ramengo il nostro patrimonio identitario e la nostra capacità di proiettarci nel futuro attraverso le nuove generazioni. Ma del resto, questo è l’obiettivo delle élite: l’autonannientamento identitario (o volontario). Un popolo senza identità, del resto, è una massa senza radici, e dunque facilmente manipolabile e governabile perché è privo di memoria storica. Una mandria acefala che va dove l’illuminato mandriano gli dice di andare, fosse anche il macello.