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Non usciremo mai da questo loop culturale, stucchevole e malato. Come è accaduto per la pandemia e i vaccini, e cioè se hai una posizione critica sui vaccini anti-covid, automaticamente finisci nella categoria “no-vax”, così accade ora con Putin e la guerra in Ucraina: se non sei contro Putin (e la Russia), se non elogi gli USA e la NATO e se non consideri gli USA e la NATO i buoni, automaticamente finisci per essere un putiniano, cioè un fan di Putin.
Ciò dimostra che l’insopportabile vizietto di categorizzare le persone in modo denigratorio, è una caratteristica piuttosto radicata, almeno nel nostro paese, perché – semplicemente – è funzionale alla imposizione delle proprie idee e delle proprie opinioni, oppure – e non è raro – suggerisce una scarsità argomentativa che si cerca di mascherare con l’impropero e la categorizzazione ghettizzante. Ma v’è di peggio: in molti (forse troppi) casi, questa chiusura è figlia di un approccio ideologico ai fatti che non tollera posizioni differenti che sconfessano la narrazione dominante (nel nostro caso, globalista-liberista). Ed è questo l’aspetto più pericoloso dell’intolleranza che abbiamo conosciuto con la contrapposizione vax/no-vax.
Così ecco che quelli che fino al giorno prima erano i no-vax, oggi sono i figli di Putin, i suoi fan, i suoi estimatori, senza nemmeno provare a capire perché molte di queste persone oggi si trovano dalla parte della Russia e non dell’America, della UE o della NATO. Niente: se cerchi di ragionare sulle motivazioni della Russia e di Putin, sei automaticamente un putiniano, uno che si trova dalla parte sbagliata della barricata; barricata che, quanto meno dalla fine della seconda guerra mondiale, è sempre quella opposta agli USA e alla NATO. E poco importa se poi tu offri argomentazioni storiche, economiche e politiche di assoluta validità: se questo non vengono frettolosamente bollate come bufale, non sono comunque sufficienti per evitarti l’etichetta ghettizzante.
Ma del resto, perché meravigliarsene? Chi non ha provato a capire perché ci sono milioni di persone che non intendono vaccinarsi contro il Covid, perché dovrebbe cercare di capire le argomentazioni di chi oggi non parteggia per i Buoni™? Semplicemente non è possibile. Se in un concerto c’è una partitura che deve essere suonata in un certo modo, ogni divagazione non può essere ammessa, per quanto possa arricchire o migliorare la musica eseguita.
La verità è che non esistono i “putiniani”, in quanto fan dell’uomo forte al commando (e se anche esistessero, sono un’esigua minoranza). Nella stragrande maggior parte dei casi, si tratta di persone argute che hanno capito cosa sta accadendo, che conoscono la storia recente e quella meno recente, l’economia e la geopolitica, e comprendono che se noi oggi siamo arrivati dove siamo, le ragioni che ci hanno portato lì vanno ricercate nella decomposizione valoriale della civiltà occidentale e nella smania di molti paesi dell’Occidente di dettare l’agenda mondiale secondo i loro interessi geopolitici.
Niente di più, niente di meno. Parlare di queste persone come dei decerebrati che inneggiano all’uomo forte, pur avendo l’immensa “fortuna” di vivere nel cosiddetto “mondo libero”, è il solito tentativo di ghettizzare chi la pensa in modo diverso, ed è anche il più sicuro dei sistemi per evidenziare quanto questa vantata fortuna sia solo di facciata e il cosiddetto “mondo libero” sia solo un mondo di fantasia. Se in un paese non si è liberi di dire ciò che si pensa fino a subire la gogna, la denigrazione e la ghettizzazione, quel paese non può dirsi migliore di quello governato da Putin. Anzi, direi che è peggiore.