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Oggi è la festa della Repubblica. Festeggiamo una realtà storica e istituzionale fondamentale che racchiude l’essenza stessa del nostro essere popolo e nazione. Una festa, dunque, attraverso la quale emerge l’identità storica, culturale e, soprattutto, costituzionale della nostra patria, che qualcuno oggi vorrebbe cancellare con un tratto di penna, negando e liquefacendo la sua indipendenza e la sua piena sovranità nel globalismo economico e in un europeismo che solo qui in terra italica assume una dimensione sgradevolmente feticista e fanatica.
La festa della Repubblica, in realtà, dovrebbe alimentare un moto di coscienza patriottica fiera e indisponibile ai compromessi neoliberisti che, come una cancrena, tentano di corrompere da decenni le istituzioni repubblicane, vuotandole dal loro interno per renderle permeabili alle influenze dei poteri subdoli del grande capitale finanziario. E ciò attraverso il consolidamento del vincolo esterno che mortifica la democrazia popolare intimamente connessa alla forma repubblicana del nostro ordinamento costituzionale, dalla quale non si può affatto prescindere.
E questa è anche la ragione per la quale la festa della Repubblica oggi non è per tutti. Non lo è per chi nega la Costituzione come portatrice di valori e principi assolutamente inderogabili e non negoziabili sul piano della legittimità delle norme nazionali e internazionali, sicché qualsiasi norma interna o esterna che venga emanata in contrasto con questi principi è rinnegabile sul piano della legittimità. E certamente non lo è per chi, sulla scorta di un posticcio quanto fallace europeismo, mortifica la Repubblica, accettandone supinamente la desovranizzazione economica, politica e monetaria, sul presupposto opinabile (e contram costitutionem) del mutato contesto storico, economico e politico che vedrebbe oggi un’interconnessione economica e politica che sacrifica giocoforza la nostra sovranità.
L’augurio che faccio oggi, 2 giugno, è un augurio chiaro e inequivocabile, perché è un augurio che nega e condanna il pretestuoso quadro economico e politico che tenta di legittimare il vincolo esterno. Dunque è un augurio affinché la nostra Repubblica riaffermi la propria sovranità politica, economica e monetaria, perché si perseguano e si realizzino quei principi costituzionali inderogabili e irrinunciabili da troppo tempo messi da parte…